83a Relazione annuale, 2012/13

BIS Annual Economic Report  | 
23 giugno 2013
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Dal 2007 l'azione delle banche centrali ha scongiurato il tracollo finanziario. Le politiche di ulteriore accomodamento monetario stanno "prendendo in prestito" tempo per consentire ad altri di agire. Ma questo tempo dev'essere usato saggiamente. Gli interventi devono focalizzarsi sul risanamento dei bilanci, sulla sostenibilità dei conti pubblici e soprattutto sulle riforme economiche e finanziarie necessarie per ricondurre le economie sulla strada della crescita reale, come governi e cittadini vogliono e si aspettano (Capitolo I). Dopo aver passato in rassegna gli sviluppi economici dell'anno trascorso (Capitolo II), l'83ª Relazione annuale affronta nel dettaglio le sfide fondamentali per le politiche economiche: riformare i mercati del lavoro e dei prodotti per rilanciare la crescita della produttività (Capitolo III), garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche (Capitolo IV), adeguare la regolamentazione finanziaria per assicurare la capacità di resistenza di un sistema globale sempre più complesso (Capitolo V) e tornare a mettere l'accento sugli obiettivi di stabilizzazione delle banche centrali (Capitolo VI).

Presentazione dei capitoli a contenuto economico

83a Relazione annuale, per capitoli

Pronunciata per la prima volta con riferimento alle azioni delle banche centrali per impedire il tracollo finanziario, l'espressione "tutto il necessario" (whatever it takes) è diventata il motto di chi vuole che le banche centrali proseguano con queste misure straordinarie. Ora però il culmine della crisi è passato e l'obiettivo delle politiche è tornare a una crescita forte e sostenibile. Le autorità devono accelerare le riforme strutturali affinché le risorse economiche possano essere utilizzate nel modo più produttivo. Le famiglie e le imprese devono completare il risanamento dei loro bilanci. I governi devono raddoppiare gli sforzi per garantire la sostenibilità dei conti pubblici. Gli organi di regolamentazione devono adeguare le regole a un sistema finanziario sempre più interconnesso e intricato e assicurare che le banche si dotino di risorse di capitale commisurate ai rischi che ne derivano. Solo intraprendendo con decisione questo processo di risanamento e riforma le economie potranno tornare a una crescita reale forte e sostenibile. More...
Nello scorso anno la ripresa economica globale ha continuato a perdere slancio. Questa moderazione rispecchia tre tendenze generali: una crescita del prodotto complessivamente più debole, ma ancora solida, nelle economie emergenti, la protratta modesta espansione dell'economia statunitense e la recessione nell'area dell'euro. Le banche centrali hanno impartito ulteriore stimolo all'economia tagliando i tassi di interesse e introducendo provvedimenti innovativi per allentare ulteriormente le condizioni monetarie. Queste iniziative hanno ridotto i rischi di andamenti sfavorevoli e rafforzato i mercati finanziari. Tuttavia, le condizioni del credito bancario restano diverse tra i vari paesi, con una forte crescita del credito nelle economie emergenti, una distensione delle condizioni creditizie negli Stati Uniti e un irrigidimento dei criteri di fido nell'area dell'euro. Alcune economie hanno fatto progressi nella riduzione dell'indebitamento del settore privato non finanziario, ma il mancato completamento del risanamento dei bilanci continua a rallentare la crescita e a rendere vulnerabili le economie. More...
L'incremento della produttività e l'occupazione negli ultimi anni hanno subito una flessione nelle maggiori economie avanzate, specialmente dove la crescita, prima della crisi, era caratterizzata da gravi squilibri. Per poter tornare a una crescita sostenibile, tali paesi dovranno ridistribuire capitale e lavoro fra i diversi settori. Le rigidità strutturali che ostacolano questo processo rischiano di frenare il potenziale produttivo dell'economia. La produttività e l'occupazione risultano di regola più modeste nelle economie con mercati dei prodotti rigidi rispetto a quelle con mercati dei prodotti più flessibili. In modo analogo, i tassi di occupazione tendono a essere più bassi dove il mercato del lavoro è più rigido. Inversamente, i paesi con mercati del lavoro flessibili recuperano in tempi più rapidi nel caso di recessioni caratterizzate da forti squilibri, e creano anche più posti di lavoro. L'attuazione di riforme che accrescono la flessibilità dei mercati del lavoro e dei prodotti può essere ripagata in tempi brevi da un miglioramento della crescita e dell'occupazione. More...
Nonostante i progressi nella riduzione dei disavanzi, la situazione dei conti pubblici in molte economie avanzate rimane insostenibile. Oltre all'onere creato dalla spesa connessa all'invecchiamento della popolazione, il potenziale aumento dei tassi di interesse a lungo termine rispetto ai bassissimi livelli attuali rappresenta un rischio per le finanze pubbliche in diversi paesi. In molte economie avanzate, pertanto, occorre ancora accrescere in misura significativa il saldo primario per ricondurre il debito su una traiettoria più sicura e discendente. Il buon esito di questi sforzi dipenderà in misura cruciale dalle misure atte ad arginare la crescita futura della spesa per pensioni e assistenza sanitaria. Le finanze pubbliche nelle economie emergenti si trovano in condizioni relativamente migliori, ma per garantire la loro solidità futura sarà necessario adottare un approccio prudente. More...
Le banche si stanno gradualmente riprendendo dalla crisi. Per consolidare ulteriormente la propria capacità di resistenza, le istituzioni finanziarie devono mantenere un'ampia dotazione di capitale di qualità elevata per assorbire le perdite, nonché riserve di liquidità adeguatamente gestite per proteggersi da crolli improvvisi della fiducia del mercato. È necessario inoltre migliorare i regimi di risoluzione delle crisi affinché rendano possibile il fallimento ordinato delle banche di rilevanza sistemica. More...
Con politiche monetarie che rimangono molto accomodanti a livello mondiale, le banche centrali continuano a "prendere in prestito" tempo per consentire ad altri di agire. Ma il rapporto fra i costi e i benefici della loro azione sta inesorabilmente diventando sempre meno vantaggioso. Rinviare il momento dell'inevitabile uscita da queste politiche mette inoltre le banche centrali di fronte a sfide crescenti. Le autorità monetarie devono tornare a porre l'enfasi sul loro tradizionale approccio orientato alla stabilità, ma dando maggiore rilevanza alle considerazioni di stabilità finanziaria e alle ripercussioni internazionali delle politiche monetarie. More...