Un cambiamento di paradigma per i mercati?
Negli ultimi mesi i rendimenti delle obbligazioni mondiali hanno proseguito la loro marcata ascesa. Dopo aver raggiunto nuovi minimi storici durante l'estate, i principali mercati del reddito fisso hanno registrato, nel periodo sino a fine novembre, variazioni complessive dei rendimenti di portata simile a quelle osservate durante il taper tantrum tra maggio e settembre del 2013. Tuttavia, nonostante un rischio di duration a livelli record, i mercati creditizi non hanno evidenziato particolari segnali di tensione in quanto gli spread sono rimasti bassi e la volatilità contenuta.
Il rialzo dei rendimenti, inizialmente alimentato da notizie positive sul fronte macroeconomico internazionale, ha segnato una netta accelerazione dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. La reazione dei mercati obbligazionari intorno al giorno del voto è stata simile a quella osservata in occasione della prima elezione di Ronald Reagan nel 1980. Anche il vigore dei mercati azionari statunitensi ha ricordato questo evento passato, indicando l'aspettativa di una fase di espansione negli Stati Uniti e di un incremento dei profitti aziendali in virtù di un prevedibile passaggio a una politica di bilancio più espansiva, di una riduzione delle tasse e di una regolamentazione meno rigorosa. Pertanto, le probabilità scontate dai mercati di un inasprimento della politica monetaria sono aumentate negli Stati Uniti e il dollaro si è rafforzato.
Il rialzo dei rendimenti a livello mondiale e l'apprezzamento del dollaro hanno avuto un impatto negativo sulle attività delle economie emergenti (EME). Fino agli inizi di novembre le EME erano rimaste immuni agli andamenti nelle economie avanzate. In seguito, il clima di mercato è mutato considerevolmente. Nella settimana successiva alle elezioni i deflussi dalle obbligazioni e i deprezzamenti dei tassi di cambio sono stati persino più pronunciati di quelli registrati al culmine del taper tantrum.
Tuttavia, la reazione dei mercati creditizi e azionari delle EME è stata più pacata rispetto al 2013, riflettendo probabilmente un contesto economico e finanziario mutato. Negli ultimi anni si erano registrati deflussi significativi dalle EME piuttosto che afflussi regolari, il che aveva allentato le pressioni sulle valutazioni delle attività. Inoltre queste economie potrebbero trarre beneficio da un potenziale boom negli Stati Uniti. Tuttavia, i rischi permangono, in particolare alla luce dell'elevata incertezza politica in molte giurisdizioni chiave. In aggiunta, il 10% del debito societario delle EME denominato in dollari giunge a scadenza nel 2017 e ciò rischia di acuire le pressioni sui loro mercati finanziari.
I tassi di finanziamento in dollari a breve termine sono cresciuti sensibilmente, principalmente in reazione alla riforma della regolamentazione sui fondi prime del mercato monetario entrata in vigore a ottobre. Il calo del 70% dei patrimoni in gestione di questi fondi registrato a partire da ottobre 2015 e lo spostamento dei portafogli verso scadenze più brevi hanno condotto a un marcato ampliamento degli 2 Rassegna trimestrale BRI, dicembre 2016 spread Libor-OIS. Tuttavia, a differenza dei periodi precedenti caratterizzati da simili ampliamenti, ciò non ha provocato gravi perturbazioni.