Le economie di mercato emergenti

BIS Annual Economic Report  | 
24 giugno 2007

Nel 2006 e nel primo trimestre del 2007 le economie di mercato emergenti (EME) hanno continuato a registrare una crescita sostenuta, tassi di inflazione moderati e avanzi di parte corrente. Le spinte inflazionistiche hanno tuttavia destato preoccupazioni in alcuni paesi, per motivi riconducibili in parte al vigore della domanda e in parte alle incertezze in merito ai corsi delle materie prime. Nonostante un moderato inasprimento monetario, l'espansione del credito è rimasta significativa in diverse EME. Nello stesso tempo, il risanamento dei conti pubblici e una migliore gestione del debito hanno accresciuto la resilienza di tali economie.

I prezzi delle attività nelle EME sono saliti rapidamente. Non è semplice valutare quale sia stato il ruolo avuto al riguardo dagli investitori esteri: da un lato, gli afflussi netti di capitali privati sono esigui rispetto a quelli valutari collegati agli ampi avanzi correnti; dall'altro, tuttavia, gli investitori esteri hanno accresciuto il proprio portafoglio di attività delle EME in misura maggiore di quanto indicato dai dati sui flussi di finanziamento netti e potrebbero avere assunto ulteriori posizioni mediante strumenti derivati. Benché vi siano indicazioni che i corsi delle attività delle EME si stanno muovendo in maggiore sintonia con quelli delle attività a livello mondiale, non è ancora chiaro se gli influssi esterni ne abbiano accresciuto la volatilità.

Il ruolo emergente della Cina nel commercio internazionale quale importatore di beni intermedi ed esportatore di beni finali ha assunto rilevanza sul piano mondiale, e ancor più all'interno della regione asiatica. Gli esportatori di materie prime hanno generalmente tratto beneficio dalla maggiore domanda cinese. Tuttavia, per quanto concerne i paesi vicini e gli altri partner commerciali della Cina nell'area emergente i vantaggi non sono altrettanto chiari; alcuni hanno perso quote di mercato nei paesi terzi, anche se sono riusciti a compensare in varia misura le perdite accrescendo le esportazioni di beni intermedi e di investimento verso la Cina. Un aumento del livello relativamente basso delle importazioni della Cina per soddisfare la domanda finale interna offrirebbe ulteriori opportunità ai partner commerciali e rafforzerebbe nello stesso tempo la capacità dell'economia cinese di controbilanciare un eventuale rallentamento della domanda statunitense. Infine, il nuovo ruolo della Cina ha implicazioni contrastanti anche per le politiche di cambio dei paesi limitrofi.